Ho comprato casa: la (dis)avventura di una coraggiosa freelance single
Due cose avevano in comune una caldissima giornata di fine luglio e un freddo pomeriggio di dicembre: L’emozione.
La prima volta che l’ho vista era poco più che un cantiere. Mi ricordava un po’ la canzone che mamma mi cantava sempre da bambina “c’era una casa molto carina senza soffitto, senza cucina… non si poteva entrare dentro perché non c’era il pavimento”.
Eppure, nonostante fosse ancora tutto sotto sopra, un po’ come me, mi sono innamorata. Aveva quel fascino sgangherato ma con potenziale e mi ci sono riconosciuta. Non solo, mi ci sono già immaginata leggere un libro su una poltrona mentre sorseggio una tisana calda.