Ho comprato casa: la (dis)avventura di una coraggiosa freelance single
Due cose avevano in comune una caldissima giornata di fine luglio e un freddo pomeriggio di dicembre: L’emozione.
La prima volta che l’ho vista era poco più che un cantiere. Mi ricordava un po’ la canzone che mamma mi cantava sempre da bambina “c’era una casa molto carina senza soffitto, senza cucina… non si poteva entrare dentro perché non c’era il pavimento”.
Eppure, nonostante fosse ancora tutto sotto sopra, un po’ come me, mi sono innamorata. Aveva quel fascino sgangherato ma con potenziale e mi ci sono riconosciuta. Non solo, mi ci sono già immaginata leggere un libro su una poltrona mentre sorseggio una tisana calda.
Ecco, quel posto era “casa” anche se ancora non potevo chiamarla così.
Ma diciamocelo: comprare casa non è facile. Da quel momento ho visto un aumento di capelli bianchi e di stress: tutto quello che poteva andare storto è andato anche peggio. Ordini persi, disguidi, ritardi… chi mi segue sui social ha letto le disavventure del contatore del gas che è diventata una vera barzelletta.
Perché comprare casa è per coraggiosi,
ma per farlo nel 2020 bisogna davvero avere un briciolo di follia.
Rispondo a qualche domanda che nei mesi scorsi mi è arrivata sui social:
Vai a vivere sola?
Si. O meglio, per ora si. Prenderò presto un cagnolino.
Resti nella stessa città?
Si. Pensate che dalla finestra vedo la casa dei miei genitori.
Perché hai scelto una casa non finita?
Perché mi permetteva di personalizzarla e sentirla ancora più mia. Un po’ come chi sceglie di ristrutturare.
Come hai capito fosse quella giusta?
Ho avuto la fortuna di rivolgermi ad un agente immobiliare straordinario che ha saputo selezionare al meglio le proposte da mostrarmi. Volevo una vista con “verde”, volevo due camere da letto e due bagni. È piccola ma ben divisa… era la seconda che vedevo ed è stato un colpo di fulmine. (Ho firmato il compromesso il giorno stesso della visita)