Bordeaux, una vacanza tra arte e buon cibo
Ogni viaggio inizia con l’organizzazione dello stesso. Ogni dettaglio viene vagliato, soppesato, confrontato a partire dalla storicità del luogo passando per i posti instagrammabili, spesso la parte più importante è dove mangiare e cosa, perché non so voi, ma io parto sempre con un’ampia scelta di posti da scoprire, salvo poi regolarmente, farmi influenzare dai profumi che sento una volta arrivata. Bordeaux è stato il mio regalo di compleanno. Mia figlia ha organizzato tutto con molto, molto anticipo e per rendermi l’attesa ancora più curiosa mi ha regalato ogni giorno dei quiz, le risposte mi avrebbero portata alla scoperta del luogo scelto…
Siamo partite consapevoli che il meteo non sarebbe stato dalla nostra parte e in effetti sono stati giorni di pioggia a tratti davvero torrenziale, perfino io che amo la pioggia ad un certo punto ho voluto rifugiarmi in una caffetteria e godermi il tepore di questo maggio strambo. Ma è stato a quel punto che abbiamo scoperto VerdeNero, questa caffetteria dove abbiamo passato un po’ di tempo scoprendo che tanto era buona la pasticceria (la famosa chocolatine) quanto purtroppo, pessimo il caffè, nota dolente in quasi tutti i viaggi che affronto.
Bordeaux cosa vedere
Scese dall’aereo, ancora con lo zaino in spalla prima di dirigerci all’hotel, ci siamo dirette a Place de la Bourse, la piazza a ridosso del Garonne dove ci aspettava la prima delle più famose attrazioni di Bordeaux: il Miroir d’eau, uno specchio d’acqua a pochi passi dalla piazza della borsa che regala scenografici e instagrammabilissimi scatti. Ed in effetti è molto scenografico, si resta affascinati dai giochi d’acqua che anche in pochissimi cm riescono a creare effetti nebbiosi sorprendenti per le foto. Da Place de la Bourse è facile perdersi nelle viette a destra e a sinistra dove abbiamo trovato botteghe con prelibatezze golose: formaggi, crepes e vini con i loro profumi a solleticare le narici.
A quel punto però la stanchezza si è fatta sentire per cui ci siamo dirette all’hotel, appena fuori dal centro città comodamente servito dal tram e dopo aver posato lo zaino ed esserci rinfrescate siamo tornate carice di curiosità in centro. Abbiamo ripreso la nostra vacanza, percorrendo nuovamente e con più calma le viette sui lati della Piazza della Borsa, perdendoci davvero tra viette ancora più piccole parallele e scoprendo angoli così caratteristici da non voler andare via.
A Bordeaux ogni cosa è ammantata di un velo storico magico che si avverte sulla pelle, passeggiando senza meta ci siamo trovate a rue Saint James dove l’Eglise Saint Eloi diventa Porte Saint Eloi ed è lì che alzando gli occhi abbiamo visto la gross Cloche, (grossa campana) che poi è l’antica torre campanaria del municipio, la campana pesa 7 tonnellate e suona solo 6 volte all’anno. Nella parte finale della torre campanaria ci sono le antiche prigioni. Tornando sui nostri passi abbiamo percorso un tratto di strada che si chiama Rue Saint Catherine che ha un primato splendido: lunga 1200 metri è la strada pedonale più lunga d’Europa. In realtà è una via decisamente commerciale, ma vale la pena percorrerla, anche perché a metà strada circa si notano le meravigliose torri della facciata della Cathédrale Saint-André de Bordeaux, l’edificio religioso più importante di Bordeaux.
Dal mistico e religioso al divertimento è bastato poco, sempre passeggiando siamo arrivate ai giardini pubblici, il Parc Bordelais è classificato come ‘’ Jardin Remarquable de France’’ ed è facile capire il perché scoprendo il suo interno, ricco di vegetazione, di un parco giochi a cui non manca nemmeno la giostrina con i cavalli storica, di un laghetto e al suo interno il piccolo parco faunistico dove si possono vedere capre e anatre ma anche animali esotici. Fate attenzione perché all’interno del parco ci sono anche piste di pattinaggio e biciclette. Io però sono rimasta affascinata dal ponte che mi divideva dalla famosa giostrina di cui vi accenno sopra, perché per un momento mi sono sentita in Giappone. Esperienza da non perdere quando visiterete Bordeaux.
Dei giorni passati a Bordeaux, ricordo la bellezza in ogni angolo della città, anche soltanto alzando gli occhi, la percezione visiva cambia e la vista si lascia ammaliare dai dettagli, non per nulla dal 2007 il suo centro storico è stato dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. Non dimentichiamo che Bordeaux è storicamente una delle città più antiche della Francia, ed è anche il porto più antico commerciale della Francia seconda solo a Marsiglia.
Bordeaux deve degustare dolci tipici
Il luogo che ho amato di più? Sicuramente il quartiere di Saint Michel, il quartiere è multietnico e si è sviluppato intorno alla maestosa basilica di Saint Michel, con la splendidamente gotica torre campanaria (una delle più alte di Francia con i suoi 114,60 metri è conosciuta anche come la freccia di San Michele) staccata dal corpo della chiesa, svetta quasi di fronte alla basilica. Dal 1998 è nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’Unesco perché meta intermedia della Via Turonensis, uno dei percorsi per San Giacomo di Compostela in Francia. Meta che ho particolarmente apprezzato è il mercato dei Cappuccini (Marché des capucins), dove ovviamente non ho potuto non assaggiare una golosa chocolatine, una brioche arrotolata con gocce di cioccolato. Di sicuro impatto goloso anche il canelé de Bordeaux, un dolce che a Bordeaux è possibile degustare anche per strada, si tratta di un dolce all’uovo morbidissimo, con rum e vaniglia, la particolarità di questa delizia è che è brunito e croccante all’esterno tanto quanto risulta morbido il suo interno.
Di Bordeaux porto con me la facilità con cui la città si può scoprire, girando anche a piedi, l’hotel appena fuori dal centro con vista su un laghetto, il ponte di pietra, la gross cloche, la meravigliosa e gotica basilica di San Michele e il mercato dei Cappuccini (notoriamente io amo spassionatamente i mercati), non ho assaggiato il Bordeaux vino vanto del luogo ma mi sono ripromessa di tornarci e sopperire alle mancanze, molto, molto presto! Porto con me il gusto delicato delle galette di Nom d’une crepe, la dolcezza del gelato de La Fabrique Givrée e la gentilezza del gestore nel non ridere del mio pessimo francese; delle cene a Hippopotamus, anche se catena vi assicuro che gli hamburger erano da leccarsi i baffi!