Accettarsi sì… ma con la testa
L’argomento auto-accettazione riecheggia ne web e da qualche tempo vorrei raccontare la mia ma a prendere coraggio c’è voluto un po’ dopo l’ultima volta che mi sono esposta in prima persona. Perché se è vero che il web dà tanto è anche vero che è pronto a distruggerti con parole molto dure che dietro uno schermo, nascosti dietro uno pseudonimo è molto più semplice pronunciare. Per chi non mi conoscesse, a parlarvi oggi è un ‘ex obesa che con una bassa statura ha deciso di rivoluzionare la sua vita in seguito ad un verdetto della bilancia a tre cifre.
Ancora non so dire quale sia stata effettivamente per me la “scintilla”: a volte la riconduco ad un discorso fatto con il medico di famiglia che mi ha parlato della possibilità di non diventare mamma, a volte lo riconduco ad una delusione amorosa ed altre ad alcuni commenti ricevuti sia nel web che nel mondo reale. (per sapere di più di questo termine potete guardare un video di Annalisasuperstar che ha fatto un percorso impeccabile)
Sta di fatto che ho preso coraggio e con l’aiuto di medici specialisti, mia madre e due amiche che non smetterò mai di ringraziare è iniziato il mio percorso. Se a distanza di due anni ormai mi mancano giusto quei pochi kg “estetici” non posso non vedere i segni del mio non amarmi.
Dove sta però l’ipocrisia del web? Se da una parte nessuno ha problemi a pubblicare commenti come “fino a ieri stavi sul divano ad ingozzarti e oggi ci dai lezioni di vita” dall’altra c’è chi si scaglia a difesa di donne patologicamente obese dicendo che non si tratta di malattia e che sono gli altri sbagliati a giudicare come insano quel modo di vivere.
Non voglio certo alimentare cyber bullismo contro queste persone e so benissimo che esponendomi, ancora una volta, andrò a ricevere una serie di commenti e critiche simili a quella sopra citata MA se anche solo una ragazza leggendo le mie parole potrà capire che il messaggio di “accettazione” non indica rimanere nella propria obesità a crogiolarsi bensì non inseguire ideali irraggiungibili per il proprio fisico allora tutto questo espormi non sarà stato vano.
Io parlo di accettazione ora che porto una 44 e comprendo che il mio corredo genetico così come la mia struttura fisica non sono fatti per arrivare ad una taglia 38 e mi piaccio ma non posso permettere che passi sul web il messaggio che pesare 150 kg sia sano. Non lo è! Ma non sono io a dirlo con supponenza o altre blogger e youtuber che sono dimagrite, è la medicina a definirla come patologia.
Sono sicura che ci troveremo qui sotto commenti come “ci sono magri diabetici e ci sono obesi non diabetici”: avete ragione, non è detto che tutte le patologie comuni si manifestino come non è detto che un fumatore muoia di tumore ai polmoni ma andare ad incrementare le possibilità mi sembra davvero da incoscienti specialmente se siete giovani e potete fare meno fatica a cambiare la vostra vita. Vorrei inoltre ricorda che se è vero , soprattutto per le persone giovani, che le patologie associate all’obesità potrebbero anche non manifestarsi ci sono importanti campanelli d’allarme: mestruazioni irregolari o assenti, dolori articolari, non riuscire a raccogliere qualcosa da terra, faticare ad alzarsi dal divano o a portare la propria valigia, non riuscire a fare le scale senza avere il fiatone…
Ora datemi dell’ipocrita perché ho scelto di cambiare, dite pure che fino all’altro ieri mi ingozzavo di cioccolata davanti alla tv… ma ricordate anche che ho avuto il coraggio di chiedere aiuto e la tenacia di cambiare.
Vorrei inoltre ricordare che la “dieta” non è terminata e transitoria, io ho vinto la mia battaglia ma non la guerra, la mia guerra sarà tutta la vita perché la testa di chi “si abbuffava” (così come di chi ha avuto altri tipi di disturbi alimentari o legati al peso) è la cosa più difficile da cambiare.
Ho deciso in questo post di non mostrare qui le mie foto prima-dopo ma di cercare di arrivarvi al cuore con le parole più schiette e vere che potevo avere. Se volete parlarne potete contattarmi su facebook “Angelica Losi” sui social twitter @angylosi su instagram o sulla pagina @smodatamente di facebook.