Hosteria Al cupolone Pavia piatti tradizionali e cortesia
Fai quattro passi a Pavia, scopri le vie che dal centro ti portano a raggiera lungo la scoperta delle vie più nascoste e caratteristiche, assaggia un gelato ma poi… fermati a degustare un pasto all’Hosteria Al cupolone. Situata proprio sul lato del Duomo di Pavia, un po’ nascosta quasi a non voler apparire la principessa che invece è, l’Hosteria Al cupolone è stata una di quelle scoperte dove scoprirete che la ricerca gastronomica si perde nella storicità di piatti della tradizione ben riproposti, da riscoprire ancora e ancora.
Sabato pomeriggio, sul tardi (erano già le 18.30), io e la famiglia stiamo passeggiando per Pavia, la giornata non è bellissima ma non piove e non fa freddo quindi decidiamo di proseguire la serata in centro e cenare in zona. In quel momento stavamo passeggiando in Piazza Cavagneria, una delle piazze più antiche di Pavia dietro il Duomo. Mentre camminiamo mia figlia osserva il Duomo, volta la testa e dice ‘’perché non ceniamo lì?’’, indicando una vetrina sulla sinistra. Scopro così l’Hosteria Al cupolone. Osservo la vetrina, il menù esposto e sorrido: piatti tradizionali! Cerco il numero di telefono (mai presentarsi senza appuntamento nei ristoranti e nelle pizzerie pavesi di sabato sera, non troverete posto) e mi risponde una bella voce gentile, chiedo se fosse possibile prenotare per il primo turno serale e con mia sorpresa mi risponde affermativamente.
Terminata la passeggiata, mancavano 10 minuti all’appuntamento con la cena ma decidiamo di entrare e la seconda sorpresa è stata l’accoglienza, cortese e pronta, anche se in anticipo ci accompagnano al nostro tavolo, al secondo piano. Il posto è antico e la sua storia è facilmente avvertita anche sulla pelle. Salendo le scale una finestra sulla destra mi mostra il fianco del Duomo e immediatamente dopo ho la sensazione di essere tornata a casa dei miei nonni. Tavoli in legno scuro lucidissimo e sedie abbinate, hanno il sapore dei ricordi, di cose belle e d’infanzia. Appesi al soffitto mi osservano sornioni utensili in rame e ferro, fasci di paglia e lampadari a goccia come non se ne vedono da tempo. Le luci morbide creano l’atmosfera dal fascino antico dei ricordi. Alle pareti foto e disegni di Pavia negli anni precedenti. Ferri da stiro in ferro battuto, di quelli che usavano le nonne con il serbatoio per il carbone, ventilatori degli anni ’50, macchine da scrivere davvero antiche e altrettanto belle.
I soffitti sono altissimi con travi di legno a vista e il pavimento in parquet. Ci accomodiamo al tavolo, ormai sono in piena modalità ricordi e non ero preparata a sentirmi così! I tavoli apparecchiati con piatti spaiati, bicchieri e… una tazza. La tazza bianca per eccellenza, quella uguale alla tazza dove mio nonno intingeva i biscotti secchi nel vino rosso scaldato, durante le sere invernali, per scaldarsi dopo la dura giornata di lavoro. In quella tazza viene versato il vino (ma a richiesta si può ovviamente bere nel calice).
La ragazza che ci ha accompagnato al tavolo deve essere abituata a queste reazioni, mi guarda e sorride, ci chiede cosa vogliamo da bere e ci lascia il menù per scegliere con calma. La scelta è ampia e decidiamo per il tagliere di salumi (coppa, pancetta, crudo) con frutta, formaggi, insalata russa e cipolline all’aceto balsamico il tutto accompagnato da quello che sembrava gnocco fritto (ma non chiamatelo così, sono le ragazze stesse a dirvi che non lo è, si chiama infatti ‘’lo sbagliato fritto’’ ed è cotto al forno), seppioline in umido con i piselli e fette di pane tostato, pane e grissini alle olive. Arrivano vino e acqua e la cena inizia sotto i migliori auspici.
Assaggiamo con attenzione e degustiamo quasi ad occhi chiusi tanto è buono questo antipasto. La pancetta nel miele è qualcosa di afrodisiaco! I primi piatti sono stati opzionati con cura: gnocchetti di pane saltati con asparagi, guanciale e pomodorini e ravioli di brasato con salsa al parmigiano. Abbiamo cercato di assaggiare anche il dolce ma grazie alle porzioni abbondanti eravamo tutti sazi e abbiamo dovuto declinare anche se con mestizia. I dessert sono fatti in casa come la pasta e mi sono ripromessa di tornarci presto per degustare con calma altre leccornie. La carta dei vini è davvero completa e accontenta anche i palati più esigenti. Il prezzo? Giustissimo se pensate che è in centro e con ‘’vista Duomo’’, ma giustissimo soprattutto perché la quantità va di pari passo con la qualità dei cibi proposti.
Ve lo consiglio perché l’ambiente è molto easy, pulito e lo staff è cortese e veloce. La cucina è davvero la cucina della tradizione e l’attesa non è infinita. L’Hosteria Al cupolone è antica, tenuta in modo ottimale, lo staff è preparato e gentile, la cucina proposta riflette pienamente il territorio, le porzioni sono abbondanti, i piatti ben curati, l’ambiente è caldo e accogliente. Ci tornerò prestissimo, i secondi di carne mi attiravano ma come dicevo, le porzioni sono davvero da buona forchetta.