Gita fuori porta: Eremo di Santa Caterina del Sasso sul lago Maggiore
Un pomeriggio unico quello che ho scelto per visitare l’Eremo di Santa Caterina del Sasso. Partita da Pavia mi sono diretta in auto a Leggiuno in provincia di Varese, dove ho parcheggiato gratuitamente l’auto e ho scelto la discesa in ascensore non sapendo cosa mi sarei persa. A Leggiuno ci si arriva in poco più di un’oretta. L’Eremo si trova esattamente affacciato sulla sponda orientale del Lago Maggiore e come anticipato poche righe sopra, ci si arriva comodamente in auto. Si può scegliere se arrivare in loco scendendo 268 gradini (sì, sono proprio 268) o prendendo l’ascensore pagando un euro a tratta. In alternativa si arriva molto comodamente e più turisticamente da Stresa con il battello che approda proprio sotto. Se scegliete questa opzione preparatevi alla vista dal basso dell’Eremo aggrappato alla roccia, è emozione pura.
Suggestivo, che si scelga la passeggiata dai gradini o l’arrivo in ascensore una volta giunti la prima cosa che colpirà sarà l’assoluta pace che si respira. Letteralmente arroccato alla roccia a strapiombo sul lago l’architettura dell’Eremo di Santa Caterina del Sasso rapisce gli occhi e immediatamente dopo il cuore. Una nota importante: è un luogo religioso, non presentatevi come fosse un posto qualunque in cui scattare selfie, vestitevi adeguatamente ma nel caso capitaste senza essere preparati potrete chiedere i teli presenti all’entrata per coprirvi. Rispettate sempre il luogo di culto. Alla chiesa si arriva attraversando un delizioso portico formato da quattro archi (mi viene suggerito che si chiamano a tutto sesto e ringrazio il signore che ha colmato la mia lacuna), la chiesa così com’è attualmente è frutto della fusione di tre cappelle sorte in epoche diverse.
Entrando nell’Eremo scopriremo tre realtà splendide: il Convento Meridionale (XIV-XVII secolo), il Conventino (XII secolo) dove scopriremo un affresco secentesco sotto le finestre del primo piano ispirato alla Danza Macabra e infine la chiesa in cui si trova la cappella di Santa Caterina. Numerose le opere presenti, comprese le spoglie di Alberto Besozzi, ora beato, il primo eremita. La leggenda narra che Alberto Besozzi fu un ricco mercante locale scampato ad un nubifragio durante la traversata del lago, decise così di ritirarsi proprio in quel luogo e condurre vita da eremita e scelse di fare edificare una cappella dedicata a Santa Caterina d’Egitto, la cappella è ancora visibile in fondo alla chiesa.
Il convento meridionale ospita un grande torchio ubicato presso l’antico dormitorio invernale, questa struttura così particolare oggi è seguita dagli Oblati Benedettini, per visitarla meglio controllare gli orari che variano in base alla stagione. Da immortalare i portici con affreschi attribuiti a Bernardino Luini. All’interno dell’Eremo, prima di uscire e salutare questo spaccato religioso in cui si respira davvero aria di serenità, vi consiglio di fermarvi al negozio di souvenir dove troverete oltre a numerosa oggettistica anche i prodotti naturali preparati dagli Oblati Benedettini. Troverete anche un bar dove sorseggiare un caffè.
La leggenda del nome dell’Eremo di Santa Caterina del Sasso Ballaro
Il nome completo di questo monastero è Eremo di Santa Caterina del Sasso Ballaro e pare sia dovuto ad un miracolo accaduto ad inizio Settecento. Si narra che cinque enormi massi “ballerini” precipitarono sulla chiesa, ma restarono miracolosamente bloccati, quasi impigliati come pesci, nella volta di una cappella, questo stop voluto dal cielo fece sì che non causassero gravi danni, rimanendo sospesi per quasi due secoli, fino al 1910. Ecco che i sassi ‘’ballerini’’ diedero il nome all’Eremo che per esteso, come dicevo è Santa Caterina del Sasso Ballaro. Alcune voci però, narrano che ci sia poco di mistico e molto di casato in quanto l’etimologia del nome pare sia legata al paese di Ballarate. A voi la scelta, ma in ogni caso non perdete l’occasione di regalarvi un pomeriggio immersi in tanta bellezza.