Un salto nel Salento goloso e storico
Un salto nel Salento goloso e storico? Dove se non a scoprire le conserve della famiglia Vizzino, custodi un segreto che ad ogni assaggio si lascia scoprire o dei vitigni autoctoni dell’Azienda Agraria Duca Carlo Guarini, il Salento non nasconde i suoi doni anzi! Chi vorrebbe andare via da un tale paradiso enogastronomico e storico? Il Salento è una terra generosa, come i suoi abitanti. Vieni, vieni a goderti “lu sole, lu mare, lu jentu…”
Vizzino a Minervino di Lecce
Mi sono fermata dalla famiglia Vizzino a fare scorta di bontà, quella vera, quella buona a Minervino di Lecce, paese situato nell’entroterra idruntino, si narra che fu creata dagli Japigi nel luogo in cui venne eretto un tempio nientemeno che a Minerva, la dea è presente infatti anche nello stemma del paese. Da vedere assolutamente la chiesa madre di San Michele Arcangelo, Palazzo venturi, Palazzo Scarciglia e il Dolmen Li Scusi (primo dolmen rinvenuto e catalogato in Puglia).
Ma torniamo a noi: dalla famiglia Vizzino, 30 anni di attività tramandata di padre in figlio. Il loro motto? ‘’Fare bene le cose’’ e le fanno così bene che la qualità e la genuinità dei loro prodotti sono indiscusse. Salse e conserve che avrei voluto portare a casa a casse! Mi sono ‘’accontentata’’ di lampascioni, carciofi e una salsa al peperoncino che Marito ha particolarmente apprezzato (e terminato in due giorni ma non ditelo in giro!) Uno spettacolo per i sensi questa attività, i profumi dei peperoncini ripieni di tonno e le olive raggiungono le narici e solleticano le papille!
Azienda Agraria Duca Carlo Guarini
Una storia millenaria, un legame intenso e particolare con il territorio, l’Azienda Agraria Duca Carlo Guarini ha una storia intensa e millenaria e la famiglia vanta origini normanne con una storicità importante: i loro cavalieri hanno contribuito alla conquista e alla formazione del Regno di Sicilia. A loro appartiene anche il profondo legame con il Salento, questo territorio così ricco di storia e cultura. L’ho scoperta durante l’educational tour, insieme alla scoperta di un ipogeo scavato nella pietra che nel ‘500 era usato come frantoio oggi trasformato sapientemente in bottaia, dove i vini riposano in botti di rovere e le bottiglie delle varie annate si concedono il meritato riposo prima di finire il loro ciclo vitale nei calici degli estimatori. Un patrimonio enologico importante che il Salento custodisce ma allo stesso tempo dona a chi sa apprezzare.
Vitigni autoctoni di cui vantano una missione: la tutela del patrimonio viticolo salentino di Negroamaro, Primitivo e Malvasia nera (ce ne parla con un tale amore Carlo Guarini che non si può restare freddi davanti ad una dichiarazione così bella) vinificati in rosso, bianco e rosato, in purezza e certificati. L’orgoglio è palese e come dargli torto, l’assaggio di Piccole Bolle il primo spumante da Negroamaro vinificato in bianco, metodo Martinotti, completamente prodotto e spumantizzato da loro in cantina mi fa capire senza fronzoli quanto lavoro e quanta passione c’è dietro tutto questo. Una delizia per il palato. L’azienda si trova a Scorrano in provincia di Lecce, un po’ masseria, un po’ vineria, un po’ angolo di paradiso, diciamocelo! Da alcuni anni producono anche una linea agroalimentare (Le Masserie del Duca) dove passate di pomodorini freschi affiancano creme di carciofi ma anche di cipolla e mela verde; confetture di pera, uva bianca e patate zuccherate, e… la gelatina di mosto primitivo! E se ancora non vi basta sappiate che potete anche fermarvi a degustare direttamente in loco i loro fantastici prodotti.
Panificio Protopapa a Giurdignano
Da una cantina ad un panificio, in questo educational tour sono ingrassata un po’ ma ne è valsa la pena! Ci spostiamo dalla Azienda Agraria Duca Carlo Guarini al Panificio Protopapa a Giurdignano e il profumo di pane appena sfornato mi raggiunge fin dalla porta ancor prima di varcarla: di padre in figlio la tradizione del panificio Protopapa è una realtà salentina che non passa inosservata.
Molte le specialità gastronomiche della tradizione pugliese tra cui scegliere: pucce, frise, friselle ad esempio. Cortesia e ospitalità vanno di pari passo con i prodotti di qualità decisamente superiore. Non è un semplice forno, ma un’offerta praticamente senza fine di prodotti gastronomici della tradizione pugliese. E se siete in zona non perdetevi l’opportunità, previa prenotazione, di gustare direttamente da loro un aperitivo corredato da ottimo vino. Aperitivo che ho avuto modo di degustare e vi assicuro che vi alzerete da tavola con gli occhi lustri e le papille gustative danzanti!
Faro di Punta Palascia
Capo D’Otranto noto anche come Punta Palascia è il punto più orientale italiano. il suo faro è uno dei cinque fari del Mar Mediterraneo tutelati dalla Commissione Europea. Mi viene raccontato che (pare) questo sia il punto di separazione del Mar Adriatico e il Mar Ionio. Sede della stazione meteorologica di Otranto-Punta Palascia riconosciuta dall’organizzazione meteorologica mondiale. Come per tutte le cose belle, non è così facile raggiungerlo: il terreno è sdrucciolevole e serve attenzione ma una volta giunti, tutta la bellezza del faro vi travolge.
Il silenzio e la tranquillità del luogo la fanno da padrone, il rumore del mare vi rilasserà e il paesaggio sarà fonte di centinaia di foto. Essendo il punto più ad Est si può scoprire la prima alba italiana, un punto decisamente romantico sia per l’alba ma anche per il tramonto! Ed infine, al suo interno un museo marino peccato non sia sempre aperto.
Lecce e la sua storia
Ultima tappa di questo tour non poteva che essere Lecce, mi riprometto di tornare per visitarla appieno e scoprire quello che mi è sfuggito in questo primo appuntamento (anche se la nostra guida, Sara Cerullo, ci ha abbondantemente nutrite di storia e cultura di questa cittadina). Una volta giunte a Lecce ci fermiamo ad assaggiare la puccia, una forma di pane rotonda della tradizione pugliese centromeridionale, preparata con lo stesso impasto della pizza e imbottita con ingredienti stagionali e tipici: melanzane, pomodori, peperoni, scamorza affumicata e molto altro.
Successivamente si parte alla scoperta di Lecce, Lupiae in lingua latina significa lupa ed è anche il simbolo della città sullo stemma insieme all’albero di Leccio e alle 5 torri, nota anche come ‘’la Firenze del sud’’ o ‘’la signora del Barocco’’ forse per le sue antichissime origini messapiche e i resti archeologici della dominazione romana ? In ogni caso il rigoglioso barocco tipico del seicento è presente nelle chiese e nei palazzi del centro costruiti in pietra leccese (visto Sara me ne sono ricordata :)) la pietra leccese è un calcare malleabile adatto alla lavorazione con lo scalpello.
Ascolto Sara Cerullo raccontare la storia di Sant’Oronzo, siamo nell’omonima piazza e volgo lo sguardo a sinistra dove mi appare lo scorcio dei resti dell’anfiteatro romano, ho una mente fervida sempre in movimento per cui mi perdo ad immaginare come poteva essere nel suo pieno splendore. Lecce è vicoli intrisi d’arte, un museo a cielo aperto. Entrando da Porta Napoli si incontra il grande Obelisco e infilandosi nelle viuzze ci si dirige verso la centrale piazza del Duomo e la cattedrale.
Lasciarsi trasportare dai profumi e dall’istinto vuol dire scoprire una miriade di negozietti di souvenir ma anche gelaterie, pasticcerie e ristoranti. Proseguendo la passeggiata si giunge alla Basilica di Santa Croce con il Palazzo dei Celestini: sculture barocche ed un meraviglioso rosone in pietra leccese vi regaleranno una solenne sorpresa poco oltre piazza Sant’Oronzo e al suo centro la Lupa simbolo, come vi dicevo poche righe sopra, della città di Lecce.
Vi invito a restare con noi, domani vi parlo ancora della Puglia e del Salento!