I tagli più iconici del mondo della musica
Il taglio di capelli come simbolo di ribellione o con valenza politica, ma anche strumento per la creazione di tendenze capaci di influenzare le masse. Il mondo della musica è sempre stato accompagnato e caratterizzato da scelte di stile pensate attentamente o da clamorosi errori di valutazione che però non ne hanno inficiato il valore storico e sociale. Se molte delle acconciature sono state create con strumenti di fortuna, all’interno delle proprie mura domestiche, o magari durante un concerto in qualche centro sociale, una volta diventate di tendenza, queste hanno spinto i fan di tutto il mondo a emulare i loro beniamini, stavolta attraverso le mani sapienti dei propri parrucchieri di fiducia, armati di arnesi efficienti. Oggi tantissimi professionisti del settore si rivolgono a Forbicitech per trovare le forbici adatte per ogni tipo di esigenza e taglio, coperte da una garanzia a vita e da un’assistenza competente pronta a risolvere ogni possibile problema. Per scoprire i tantissimi prodotti a disposizione basta cliccare su: https://www.forbicitech.it/.
Andiamo ora a vedere qualche esempio di acconciatura che ha saputo ritagliarsi un posticino nella storia della musica e come fenomeno di costume.
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Il pompadour
Un taglio con un tasso di epicità considerevole, visti i personaggi che lo hanno reso famoso. Parliamo in primis di Elvis e di Johnny Cash, fino ad arrivare a Morrissey. Consiste in un taglio medio corto ai lati, accompagnato da un ciuffo abbondante e particolarmente rialzato sopra la fronte. L’ispirazione e il nome pare derivino da Madame de Pompadour, che pare amasse particolarmente le acconciature voluminose.
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Il Bowl cut (o scodella)
Basta pensare ai Beatles a tutti i gruppi della beat generation per capire di cosa stiamo parlando. Questo taglio è stato riesumato dal periodo medievale, e pare che venisse realizzato proprio piazzando una scodella in testa. L’aspetto curioso di questa acconciatura è che, nel periodo del massimo successo del gruppo di Liverpool, nel Regno unito era visto come eversivo e con estremo sfavore, tanto da essere bandito a più riprese. Oggi vederlo in testa a cantanti come Justin Bieber, fa quasi tenerezza. Come cambiano i tempi!
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I Dreadlocks
Nella cultura pop i dreadlocks saranno sempre associati alla musica reggae e al movimento Rastafari. L’enorme popolarità di Bob Marley e di tutti quei gruppi che hanno ottenuto degli ottimi riscontri a livello di vendite negli anni ’70, ne hanno decretato il successo e la diffusione. Ancora oggi i dread sono utilizzatissimi, soprattutto in ambienti punk e alternative, ma capita spesso di vedere star del pop con delle extension che puntano a creare quel tipo di look.
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Il “backcomb”
Più che un taglio di capelli si tratta di un modo di pettinarli per creare volume e un effetto aggrovigliato, irregolare, voluminoso. Questo stile si è diffuso durante gli anni ’80 in ambito new wave e goth, e il primo esponente che ha portato alla ribalta l’acconciatura è stato Robert Smith, leader e frontman dei Cure. Sempre in quel decennio, anche la scena glam rock si è servita spesso di questo modo di sistemare i capelli.
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Il mohicano
In maniera simile ai dread, il mohicano (o mohawk) è un altro taglio che parte da radici etniche per affermarsi come simbolo di un certo tipo di musica e di stile di vita. La sua esplosione avviene verso la fine degli anni ’70 con il movimento punk inglese, ma si diffonde nel corso degli anni anche nel resto del pianeta. E le suggestioni create da questo taglio si sono poi riverberate anche in ambito cinematografico, con personaggi caratterizzati e resi immortali grazie alla capigliatura. Uno tra tutti, Travis Bickle, interpretato da De Niro, nel film di culto Taxi Driver di Martin Scorsese.
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Il mullet
Il mullet è forse il taglio più deriso della storia, ma comunque iconico. A portarlo in auge sono stati personaggi del calibro di Rod Steward ai suoi esordi, Paul McCartney e David Bowie. Col passare del tempo questo stile di acconciatura è stato associato al classico redneck americano, il burinotto di periferia, tutto birra e rutti. Un taglio francamente orribile, ma che è stato in grado di ritagliarsi un posticino nella storia dello stile legato alla musica.